L’ ISOLA CHE NON C’è!

Edoardo Bennato ha scritto una canzone dal titolo ” L’ isola che non c’è” e il regista Sam Mendes l’ ha resa teatro del covo fantasma del terrorista Silva, nella pellicola ” Skyfall”; un ‘ambientazione desolante, al limite dell’ inquietudine, una colata di cemento in assenza di vegetazione.

In definitiva c’è da domandarsi se quest’ ” isola che non c’è” sia reale.

Benvenuti ad Hashima , una delle tante isole abbandonate nel profondo sud del Giappone che a differenza delle altre è interamente circondata da alte cinta murarie a difesa dai tifoni.

Dalla gloria all’ oblio, la parabola discendente di questo luogo che un tempo era un importante sito minerario.

Il suo segreto era l’ estrazione di carbone portato dal fondo dell’ oceano fino alla superficie.

Un tempo il luogo più densamente popolato del mondo oggi abbandonato e insolito da far venire i brividi dietro la schiena.

Gunkanijama ( batteship island), questo il suo secondo nome perché guardandola da lontano ha proprio la forma che ricorda una nave da guerra, ha conosciuto la sua emancipazione alla fine del XIX secolo per mano della Mitsubishi che l’ acquistò per insediarvi la sua forza lavoro, compresi i minatori che si occupavano dell’ estrazione del carbone.

Lo sfruttamento del combustile fossile avrà così un grande successo che l’ intera area subirà un boom demografico ed edilizio con la costruzione di scuole, templi per la preghiera, ospedali, negozi e condomini.

Ancora oggi, visitando i resti degli appartamenti è possibile comprendere la suddivisione sociale di allora : gli operai celibi alla base della piramide poi quelli sposati e in ultimo coloro con famiglia.

Durante la Seconda Guerra Mondiale molti prigionieri coreani vennero trasferiti proprio su questa terra per sostituire nel lavoro gli operai nipponici partiti per il fronte.

Ma gli anni settanta suonano la campana a morto per Hashima e il tempo del declino inizia inesorabilmente: di fronte agli shock petroliferi e al declino del carbone, l’ isola viene gradualmente spopolata per essere completamente abbandonata nel millenovecentosettantaquattro.

L’ ultimo abitante partirà il venti aprile.

L’ isola, che assomiglia ad una corrazzata giapponese ricorda i resti di una battaglia urbana piuttosto che una vera e propria macchina da guerra.

Lunga meno di cinquecento metri e larga circa duecento ospita i resti dei primi grandi edifici in cemento armato del Giappone e per questa ragione inserita fra i Patrimoni dell’ Umanità.

A guardarla oggi si ha l’ impressione che vi siano passati i Quattro Cavalieri dell’ Apocalisse, abbandonata alle intemperie e ai tifoni, lascia un ‘immagine di desolazione terribile e bellissima e forse non è un caso che il rivale dell’ agente 007 eresse il suo covo segreto proprio qui.

Francesca Valleri