Si dice che l’ estate sia un sentimento, agosto un’ eterna domenica, Ray ban fino alle nove di sera, cene all’ aperto e oblio dei pensieri.

Ogni estate ci consegna mode e tormentoni.

Quest’ anno il Covid, annessi, connessi ed un retrogusto amaro.

Si ha la sensazione di una fazione contro un’ altra; se in pieno lockdown la definizione di ” congiunti” era precisa certa e chiara , adesso, per risolvere la questione del trasporto, siamo capaci di ampliarla ed allargarla a loro/nostro piacimento.

Il Coronavirus sta dando un’ accelerata alla storia, determinando l’ aumento di tendenze già in atto che con molta probabilità diventeranno definitive.

Sembra di essere tornati nella Firenze dei Guelfi e Ghibellini.

Pomo della discordia il distanziamento, la mascherina, la movida.

Per criticare i ragazzi in discoteca , si rievocano i morti cui è stato negato il funerale e in una forma ” moralista sanitaria” , si augura, a chi non si adegua alle precauzioni, di finire in terapia intensiva.

Oltre al virus, quello che bisogna veramente sconfiggere, è il panico che si è diffuso nella nostra società, che fino ad oggi ha accettato limitazioni sacrosante ma che domani potrebbero diventare prevaricatrici, paralizzandoci.

Nella logica binaria o si è liberi di fare movida senza limitazioni o si ha l’ obbligo di stare a casa indossando la mascherina pure fra congiunti ( importante però è possedere la definizione giusta e corretta che li qualifica!)

Entrambe le visioni sono dominate dal pensiero di gruppo che non è scevro da errori.

Quando si appartiene ad una ” fazione” si forma una coesione che porta gli individui ad accettare la stessa visione in nome della condivisione sociale anche a scapito delle convinzioni personali e dell’ analisi critica della realtà.

Sarebbe opportuno e necessario attenersi alle precauzioni abbassando però decisamente i toni.

Si deve anche tornare a vivere.

Ciò che sta accadendo, una litania di numeri non specificati tutti i giorni, previsioni e contagi, altro non è che ciò che era stato preventivato , illo tempore, con l’ estate, le vacanze e le parziali riaperture.

Altro non è che la tanto attesa ” tracciabilità” che dopo lo shock iniziale e l’ incompetenza, adesso comincia a funzionare.

Guai ad abbassare la guardia, guai a non rispettare le regole ma guai anche ad affermare che siamo prossimi ad un altro lockdown come se fossimo colpevoli di voler tornare a vivere e lui incombesse come una punizione divina.

Oggi la libertà è definita proprio dalla possibilità ( normale) di sbagliare e nella pretesa ( disastrosa) di imporre il proprio errore.

Oggi non stringere la mano diventa un segno di guerra al virus; forse ritorneremo a salutarci con un semplice ” Ave”.

Di sicuro oltre alle mascherine c’è un assoluto ed urgente bisogno di buon senso da parte di ognuno di noi.

Di sicuro sono da tenere nel cuore e a mente tutti coloro che non ci sono più e tutti coloro che si sono spesi per assisterli.

Francesca Valleri