IL GIARDINO DELL’IRIS

Esiste una piccola gemma incastonata nel centro storico di Firenze , proprio sotto Piazzale Michelangelo che già di per sé regala una vista della città da una posizione esclusiva e privilegiata., che racchiude la magia della primavera.

Lo si potrebbe definire un giardino incantato, sicuramente unico nel suo genere, un orto botanico monotematico: il giardino dell’ iris.

Iris da Iride , messaggera degli dei olimpici che per consegnare le sue missive si serviva dell’ arcobaleno per raggiungere la Terra dall’ Olimpo e viceversa.

Inizia ad alzarsi il vento, il cielo improvvisamente diventa buio, le nuvole si gonfiano e cariche di pioggia si scontrano come biglie colorate; scendono fitte e insistenti le gocce , tutto sembra annunciare brutti presagi che minacciano di durare un ‘eternità.

Eppure dopo tanto tuonare , le gocce diventano meno rigide e taglienti e lentamente nel cielo si apre un varco luminoso che si colora di azzurro e per magia nell’ aria si disegna un nastro colorato che sembra rincuorarci.

L’ arcobaleno, un ponte colorato fra terra e cielo che spazza via i cattivi pensieri.

Secondo una leggenda fu Re Luigi VII di Francia a scegliere questo fiore come simbolo della nazione.

Si racconta che la prima specie di iris sia stata trasferita dalla Siria all’ Egitto complice il faraone Thutmosis dove fu sempre apprezzata per la sua sfacciata eleganza.

In Italia invece non era una tipologia di pianta che mai godette della stessa sorte ritenuta selvatica e di scarso pregio, cresceva spontaneamente nelle paludi, lungo i cigli degli strade di campagne e in prossimità dei canali.

Ogni anno la sua fioritura all’ interno di questo giardino da origine a un’ esplosione di colori, come uno spettacolo pirotecnico, dal bianco al viola, dall’ arancione al giallo, dal rosa confetto al blu; letteralmente un rincorrersi di sfumature e di profumi strepitoso ma solo per pochi giorni all’ anno giusto il tempo della fioritura.

Si fluttua in mezzo a nuvole di bianco, rosa scordandosi di essere al centro della culla del rinascimento, un angolo di colore nella terrazza panoramica della città, nascondendosi per un po’ in un piccolo rifugio al gusto della bellezza.

E’ da ritenere un modo interattivo ed originale per conoscere anche un altro pezzo di storia della città.

Un giardino non è mai soltanto natura ma incroci di storie e culture.

Perché un orto botanico dell’ iris a Firenze?

Semplice…questo fiore è il simbolo della città anche se la storia del ” giglio” sembra essere controversa.

Tutto sembrerebbe aver origine dell’ iris bianca ,l’ iris fiorentina, che cresceva nella Valle dell’ Arno; il popolo lo chiamava ” ghiacciolo” per il colore bianco striato di azzurro tenue, somigliante proprio al ghiaccio.

Da qui si dice derivi il nome ” giaggiolo” usato in Toscana come sinonimo.

Questo luogo unico nel suo genere nasce intorno agli anni cinquanta per dare ospitalità ad un concorso internazionale annuale per le migliori varietà di questo bulbo.

Fu scelta la città di ” Fiorentia” per il legame indissolubile che questa ha sempre avuto con l’ iris nella storia, si veda che nel suo gonfalone come emblema è presente il fiore rosso che erroneamente viene definito giglio; in origine bianco in campo rosso ma dopo la cacciata dei Ghibellini, i Guelfi invertirono i colori.

La creazione di questo piccolo Eden è strettamente legata alla passione per questo genere di fiore e si è arricchito nel corso del tempo anche di donazioni fatte da coltivatori stranieri; specialisti, botanici e ibridatori visitano e operano in questo orto botanico per l’ interesse scientifico che ricopre.

Ad oggi sono presenti circa tremila piante.

La superficie è poco meno di tre ettari, tenuta ad oliveto suddiviso in selciati di pietra, sentieri , aiuole , vialetti fino alla parte più bassa e inferiore dove si trova un laghetto teatro dell’ iris palustri.

Ma c’è una scommessa che ogni anno i botanici si propongono di vincere: riprodurre il fiore scarlatto dell’ emblema fiorentino.

Nonostante gli innumerevoli tentativi al momento non c’è ancora riuscito nessuno.

L’entrata un po’ dismessa non lascia presagire lo spettacolare tripudio della festa di colori che si spalancherà al di là del cancello.

Il colpo d’ occhio è impressionante: un tappeto di fiori che si srotola sotto gli occhi, petali leggeri che ad ogni soffio di vento dondolano come altalene e prima o poi non resistiamo alla tentazione di sfoderare la macchina fotografica per immortalarli.

” I fiori hanno espressione del volto , come gli uomini o gli animali. Alcuni sembrano sorridere , altri hanno un ‘ espressione triste , alcuni sono pensierosi e diffidenti , altri ancora sono onesti semplici e retti…” ( H. W. Beecher).

Pochi i ” requisiti” richiesti per varcare la soglia di questo piccolo mondo incantato.

Occhi sgranati in grado di scorgere ogni singola sfumatura di colore ,pronti a riconoscere ogni impercettibile variazione donata dal vento, dal sole e dalla posizione; polmoni spalancati per respirare quel profumo elegante, inconfondibile e raffinato, un odore antico che il tempo non è stato in grado di ossidare e la propensione d’animo a ricevere un dono inaspettato e inatteso quasi fosse un miracolo, il miracolo della natura e della sua primavera.

Un tuffo in quella bellezza ” spontanea” e primitiva che profuma di ritorno alle origini, un solletico sull’ anima.

Come tanti altri fiori, l’ iris ha significati diversi a seconda del colore, in generale è simbolo di buon augurio e fedeltà, portatore di buona novella, rimanda alla fede e alla purezza .

In Asia fu disegnato sulle armature degli eserciti in guerra per protteggerli dalla morte e dai nemici, riconosciuto come talismano contro le forze oscure.

Francesca Valleri