VINTAGE: UNA  CULTURA “SEMPLICE” DELL’ ANIMA

E’ di moda, è una passione , una filosofia di vita e di styling, se ne sente parlare sempre più spesso , è sulla bocca ( o look) di molti ed è di tendenza.

Nel ” Vintage” è presente il fascino tangibile di un passato che attrae e che non risulta neppure troppo lontano; ognuno di noi tendenzialmente, ha ,nel profondo, un’ epoca a cui appartiene e si sente più affine anche nel pensiero, nelle tradizioni e nello stile.

C’è qualcosa di peculiare nell’ odore, nell’ armonia che sprigiona un oggetto di modernariato; coesistono esplorazione e ricerca nell’ assemblare e ricostruire frammenti di epoche.

E’ , probabilmente, questa indagine che ci attrae e ci spinge a delineare una forma perfetta.

E’ ” per” e ” in ” nome della bellezza che scegliamo qualcosa, che sia vintage o meno e chi predilige di indossare un capo usato o di arredare la propria dimora con mobili che hanno visto chissà quante pareti, non si limita ad acquistare l’ oggetto in questione ma un mondo intero comprensivo di tutte le gradazioni.

Di base deve sussistere una propensione dell’ anima nell’ accoglienza di tali tesori e nell’ impegno di restituirgli i fasti già trascorsi.

Un occhio e un sentire ricettivi.

Sono sempre più numerosi coloro che si lasciano cullare e avvolgere dal fascino discreto e dirompente di mobili di modernariato, accessori, musica , letteratura , cinema e moda .

Il passato oggi sembra essere più vivo che mai e lo charme del vintage ha colonizzato ogni aspetto della vita.

Già gli antichi greci e romani nelle loro speculazioni filosofiche avevano compreso che la storia e con lei l’ esistenza procede per cicli e quanto accaduto in passato inevitabilmente si verificherà in futuro.

” Vintage” dal francese vendemmia, i vini di annata , di pregio, a sua volta indica oggetti ” vecchi” di almeno vent’anni e diventati, nel corso del tempo, di culto perchè prodotti con materiali di alta qualità o perchè hanno segnato a tal punto il costume e la cultura da essere ancora considerati, dopo decenni, preziosi e inimitabili.

In quale preciso momento l’ abito fuori moda della nonna o il cassettone sono diventati oggetto di culto?

Concorrono svariati fattori: la crisi del modello usa e getta , secondo il quale, anche l’ arredamento dovrebbe essere periodicamente rinnovato ed avrebbe per così dire un obsolescenza programmata.

La recessione che ha indirizzato verso oggetti di seconda mano; è stato compreso e condiviso che il divano anni cinquanta con le sue linee sinuose è oggettivamente elegante e ben fatto o più semplicemente la mistica nostalgia emanata da quegli oggetti che racchiudono e custodiscono l’ essenza di un tempo che fu.

In sostanza il binomio cuore e testa; il primo è che certi oggetti sono presenti nella valigia dei ricordi e con una punta di romanticismo vengono attribuiti reminiscenze di avvenimenti e persone.

Il secondo è pura estetica: certi oggetti sono belli, vibrano.

Nella definizione vintage rientrano abiti, dischi ma anche biciclette e automobili; a proposito di queste ultime, è di marzo un epocale ritrovamento, dentro un container abbandonato e ricoperto da vegetazione , di un meraviglioso esemplare di Porsche 500 spyder del ‘ 55.

Auto sportiva, dalla memoria sinistra ( perse la vita James Dean) rappresenta il Santo Graal dei collezionisti.

Un ritrovamento inatteso e inaspettato , frutto di un lascito composto per lo più da motociclette, una scoperta rara e preziosa, un ‘ esperienza surreale, un ‘ autovettura da corsa costruita in pochi esemplari che presto tornerà al suo antico splendore.

Francesca Valleri