LEGAMI D’ AMORE: ” KINBAKU”

” Legamenti”: atto di unire, connessione, atto di legare.

” Kinbaku” : legatura stretta ed è nell’ aggettivo da rintracciare la bellezza, le corde che disegnano il corpo.

” Il Nawashi, colui che esegue la legatura, da forma a disegni geometrici che creano contrasti con le curve e la sinuosità del corpo”.

E’ da intendersi al maschile o al femminile; il rapporto tipico è quello fra uomo-dom e sub- donna ma le combinazioni sono infinite e non mancano, ovviamente, donne che legano donne o uomini che legano uomini e spesso vengono sospesi a mezz’ aria.

E’ una pratica che affonda le sue radici nelle tradizionali cerimonie giapponesi , dove è sempre stato usuale includere corde e legamenti a simboleggiare un collegamento fra l’ uomo e il divino ed è divenuta popolare negli anni cinquanta, grazie a riviste quali ” Kitan Club” .

Il Kinbaku potrebbe essere assoggettabile ad una vera e propria ” Arte della comunicazione” , dove il movimento di una mano, la ruvidezza della juta , le espressioni del volto sono il dialogo fra chi lega, colui che ascolta e chi viene legato, colui che racconta, dove, per chi considera la corda nell’ accezione erotica, essa diviene il prolungamento della mano, dove la bellezza risiede nella capacità di creare fra i partners una dialettica che si traduce in un’ opera di fiducia, oltre ai disegni che le funi tracciano sul corpo.

In questa pratica sono presenti due concetti inscindibili: il ” Makaseru”, l’ affidare qualcosa a qualcuno e dunque la necessità di essere grati alla persona che si abbandona, perché si sta donando e dona la propria libertà e ” Shirai” , fiducia, fondamento della modalità con la quale i giapponesi sono inclini a considerare le relazioni e in questa circostanza fra chi lega e chi si fa legare.

Ed è esattamente in questo frangente che si comprende la diversità fra “consenso” occidentale e “fiducia “orientale.

Il primo è binario come nozione, c’è o non c’è, ed è circoscritto poiché presuppone si sappia cosa sta accadendo o cosa accadrà; una forma mentale basata sul consenso è mancante di fiducia.

Per i giapponesi l’ assenza di sapere cosa accadrà mette il focus sull’ ignoto ed è qui che nasce la fiducia e dalla quale poi scaturiscono confidenza, conoscenza , consenso e comunicazione.

La meraviglia della corda, si disvela su più piani , da quello tecnico fino al legamento stesso e ha a che fare anche con le sensazioni , tattili, uditive, olfattive abbracciando le emozioni; quel pezzo di juta è una lente di ingrandimento sugli aspetti più intimi della singola persona, dalle insicurezze alle paure fino al piacere, che perdura, anche una volta sciolti i nodi.

E’ complesso il sistema di trattamento delle corde che vengono prima levigate, oliate e lavate per renderle piacevoli al tatto ed esteticamente gradevoli e sono comprese solo quelle realizzate con fibre naturali; alcuni artisti moderni, per i quali tale tecnica è diventata una vera e propria forma di espressione , più che uno scambio erotico, utilizzano funi dal grande impatto visivo, colorate, o in seta; le corde vengono utilizzate in maniera scultorea e non hanno niente a che vedere con le manette, le tute in latex o le catene.

La corda abbandona il ruolo di strumento per evolversi in pura condivisione che crea un atto d’ amore , si manifesta in un’ espressione di eclatante fiducia che sfocia nella volontà di abbandonarsi all’ altro ed essere più vulnerabili insieme , tutto condito da un alto coefficiente estetico.

Oggi quest’ arte , che ha attirato l’ attenzione dell’ Occidente, è stata tradotta, erroneamente, con il termine ” Bondage” che è collegato ad uno schietto scopo sessuale.

Potrebbe sembrare anche contradditorio ma nel Kinbaku molto spesso il sesso non è contemplato.

Francesca Valleri