LE DONNE CHIN O DONNE GIRAFFA

La Birmania conta più di cinquanta milioni di abitanti, costituiti da tre quarti da birmani e per il resto da gruppi etnici minoritari come i Chin, gli Shan e i Karen, la minoranza più numerosa.

Nel periodo dell’occupazione britannica, le minoranze furono separate senza porre precisi confini territoriali e questo in alcuni casi ha ostacolato il mantenimento delle singole tradizioni, in altri, grazie alla conformazione del territorio, si sono conservate.

Un esempio per tutti,  la tribù Chin che vive al confine fra il Bangladesh e l’India orientale.

L’isolamento di questo territorio, dovuto alla presenza di massicce catene montuose ha fatto si che questa regione svolgesse un ruolo secondario nella storia della nazione e di conseguenza si conservassero ancora usi e costumi.

Qui esiste e resiste l’ultima generazione di donne che testimonia un’antica usanza, quella del tatuaggio facciale; oggi le donne sopra i sessant’anni sono le ultime che portano i segni visibili di questa cultura e le ultime del loro genere.

le donne chin anziana

L’antica tradizione del tatuaggio sul viso voleva che nella provincia di Chin il volto di ogni singola donna venisse tatuato con disegni e forme, estese su tutta la superficie.

Molte le leggende che gravitano intorno, in realtà sembra risalire al periodo medioevale quando, come in molti altri paesi feudali, in Asia, era d’uso per i reali sposare chiunque volessero, in qualunque momento.

Un principe di un paese confinante poteva presentarsi e prendere una ragazza in moglie per puro capriccio, senza preavviso per lei e per la sua famiglia.

I genitori nel tentativo di difendere le figlie, iniziarono la pratica del tatuaggio facciale, con la convinzione che le potessero rendere meno attraenti; con il passare del tempo ebbero l’effetto contrario, sono diventati simboli e segni distintivi di bellezza per ogni donna.

le donne chin anziana dettaglio volto

Veniva disegnato fra gli undici e i quindici anni, generalmente veniva usata una spina di canna imbevuta in un liquido composto da foglie di fagioli, fuliggine e corteccia di pino verde; richiedeva diversi giorni per il completamento e se i segni non erano abbastanza chiari, il processo doveva essere ripetuto di nuovo.

Il mondo occidentale le conosce come le donne giraffa : anelli al collo, fino a cinquanta, per essere belle, ammirate e rispettate.

le donne chin o donne giraffa

Sono le donne Padaung che abitano fra Myanmar e la Tailandia, spesso fuggite dalla loro regione di origine dal rigido regime militare che ha tolto loro ogni singola libertà, ma che continuano ad essere delle prigioniere, non perché rinchiuse in carceri, ma in galere di ottone.

Si dice che iniziarono ad usare anelli di ottone intorno al collo per assomigliare alle bellissime femmine dei divini Naga, dragoni associati alle antiche leggende dell’Asia; altri sostengono che in tempi remoti vivessero in lusso e piaceri e per questo i Nat (spiriti di nobili ed eroi defunti) indispettiti decisero, per punizione, di scagliargli addosso le tigri.

Gli uomini, iniziarono a far indossare questi cerchi per proteggere la gola delle loro amate dagli attacchi dei felini.

Ancora oggi il primo anello viene fatto indossare da piccole, durante una cerimonia che si svolge nelle notti di plenilunio sotto la guida dello sciamano del villaggio.

le donne chin bambina

La rimozione dei cerchi è una delle punizioni previste per l’adulterio e costringe la donna a trascorrere il resto della propria vita in posizione sdraiata.

Nonostante tutto, le donne giraffa non hanno mai smesso di tramandare e custodire la loro identità, di madre in figlia.