L’ 8° VIZIO CAPITALE: IL GOSSIP

Anche se, per il momento, ancora nessuno ha pensato di annoverarlo nella lista dei ” vizi capitali”, il gossip rientrerebbe di diritto ; uno dei peccati le cui origini si perdono nella notte dei tempi, diavolo tentatore e legittimato se messo in campo da noi, demone miserabile se attuato da altri.

” Gossip” dall’ inglese ” God” ( Dio) e ” Sibb” ( parente), quasi a rappresentare un legame di familiarità fra comari.

Non si limita più ad una mera leggenda metropolitana quali semplici voci di corridoio, maldicenze ma oggi si veste di nuovi panni, nell’ informazione televisiva o cartacea, nei fatti clamorosi di cronaca, nei reality show ed è complicato, per la sua natura, sfuggente e impalpabile, definirne in maniera precisa confini e contorni.

Vero è che in guanti bianchi è in grado di mettere in ginocchio un uomo o stroncarne una carriera.

Altrettanto difficile, se non impossibile, individuare ” l’ iniziatore”, la fonte, perdendosi nelle pieghe di chi lo alimenta e di chi ” semplicemente” ascolta, rendendosene complice.

Robin Dunbar, un antropologo che ha studiato alcuni insediamenti di ominidi risalenti a 250.000 anni fa, ha sempre asserito che fare gossip sia equiparabile ad una manifestazione di coinvolgimento della comunità nella vita dell’ uomo, un po’ come per gli scimpanzé, fare ” grooming” , ovvero ripulirsi dai parassiti.

Così se per le scimmie, spulciarsi è cardine nella struttura del gruppo per rafforzarla, nell’ ambito umano spettegolare ha la funzione di controllo nella comunità.

Nel Nuovo Testamento, nella variante della calunnia trova un capo espiatorio in Gesù di Nazareth, dagli scribi definito ” … è posseduto da Beelzebùl…; niente di più facile e un sistema in piedi ancora oggi , dare del ” pazzo” a qualcuno per frantumarne la credibilità.

Pompei ci offre il primo esempio senza paparazzi, con dei graffiti sui muri degni dei nostri odierni bagni pubblici ” Hermeros copulò qui con Phileterus e Caphisus” e la stessa Roma, per la quale la riservatezza non è mai stata la sua forza, possedeva delle vere e proprie bacheche a cielo aperto, un esempio per tutti la scritta su un muro di una palestra, eretta per volere di Diocleziano ” una volta non digerivi i cetrioli oggi digerisci…”.

Chi fosse il soggetto in questione non è dato saperlo!

Furono proprio i legionari romani a dar vita ai ” versi fescennini” , una maldicenza poetica, anticamera della commedia popolare, nei loro accampamenti la sera, davanti al fuoco raccontandosi storie piccanti.

Nel Medioevo megafoni e microfoni furono magistralmente interpretati da giullari, cantastorie e menestrelli.

Appurato che le origini del pettegolezzo si perdono veramente nella notte dei tempi, oggi si è trasformato nell’ isola felice della superficialità per i mediocri ma come scriveva il caro Flaubert ” …la vanità è alla base di tutto”.

La televisione detta legge e impone il proprio stile, veloce, aggressivo, teatrale e ossessivo, abitata costantemente da un clima rissoso stile condominio; l’ intero cast che ruota intorno a questo mondo, compreso i politici, si è evoluto in un prodotto , scadente, della cultura popolare.

Il gossip ha rotto le dighe inondando terreni a lui prima sconosciuti e non di sua pertinenza, esondando dal suo ruolo originario e trasformandosi nel pane quotidiano dell’ informazione di qualsiasi natura, dalla carta stampata al web e all’ occorrenza in nuova linfa vitale laddove le informazioni cessino di interesse nel pubblico; eccolo pronto ad alimentare altro.

Lo stesso politico dovendo mantenere alta la sua popolarità e in nome di essa anch’ egli fruisce dell’ escamotage del pettegolezzo piegandosi al sistema.

E’ vero che ciò accadeva anche in passato , ma se prima la funzione era quella di innescare una forma quasi di controllo oggi è la politica stessa a produrlo in forma di sapere.

Il rapporto è paritetico: il politico ha necessità del gossip quanto il gossip della politica.

Il Rubygate che scoppiò nel 2011, Marrazzo che lo ha preceduto di un anno, nel quale scappò anche il morto ( Brenda una delle transessuali e Guglielmo Cafasso) per non parlare di tanti altri nomi fuori dal casting politico, i vari Lele Mora, Fabrizio Corona.

Il gossip probabilmente è un vuoto, un’ immagine che caratterizza quest’epoca, un’ ” inutile” passerella dell’ Occidente.

” No, no…This is not gossip, it’s the truth”.

Francesca Valleri