EPHEMERA…CARTOLINE DAL PASSATO

Documenti di pietra, come la Stele di Rosetta o Il Codice di Hammurabi, ci hanno tramandato le lingue perdute o le raccolte delle leggi di chi ha governato in epoche passate.

Ma negli ultimi decenni del ventesimo secolo, la storiografia anglosassone ha iniziato a catalogare quelli che vengono definiti documenti minori, ” Ephemera”, ovvero cartoline, pubblicità su quotidiani, inserzioni, manifesti, biglietti del cinema, figurine, depliant, lettere ai giornali…

Tutte testimonianze transitorie , effimere per l’ appunto, che consentono di ricostruire le vicende umane attraverso il quotidiano , la grande Storia descritta da piccole storie ma ,che come i sassi di Pollicino, hanno lasciato una traccia , consentendo di mettere insieme un quadro dettagliato delle abitudini di vita.

Per esempio, la più grande tragedia navale della Storia, l’ affondamento del Titanic, assume un altro sapore visionando gli ephemera dell’ evento: dall’ invito stampato per l’ inaguarazione del transatlantico, al biglietto emesso dalla compagnia di navigazione , fino alla prima pagina del quotidiano che toglieva ogni speranza riportando il titolo ” No hope left: 1535 dead”.

In mano ai nazisti , gli ephemera hanno acquistato , a posteriori, ben altro valore storico.

La propaganda nazista costruì su questi pezzi di carta la sua strategia per prendere il potere; alcuni studiosi sostengono che fosse stata messa in piedi una propria macchina pubblicitaria che vendeva il ” prodotto” Hitler, ad un pubblico abituato a consumare e lo faceva attraverso notiziari, film propagandistici, libri ma soprattutto attraverso i classici strumenti di pubblicità: volantini, affissioni, manifesti.

” Nulla è più facile che portare la gente al guinzaglio: mi basta sollevare un rutilante manifesto e loro ci saltano dentro” ( Goebbels).

E’ grazie allo stampatore John Lewis e alla sua opera ” Printed Ephemera ” , dove li ha definiti documenti minori, che oggi lo studio di queste tracce sta acquistando sempre maggior valore anche presso le istituzioni culturali.

Hanno aperto la strada gli anglosassoni : la Bodleian Library dell’ Università di Oxford può vantare la John Jhonson Collection of Printed Ephemera, testimonianza poderosa dei cambiamenti del Regno Unito fra Settecento e Novecento ed altri enti che ragruppano importanti raccolte di grafica edoardiana e vittoriana , mentre negli States l’enciclopedia che racconta la società americana attraverso migliaia di pubblicità di prodotti femminili, manifesti militari ,menù di ristoranti, ritagli di giornali e qualunque altro pezzetto di carta possa venire in mente.

Fu creata dalla figlia di un produttore di corsetti di fine Ottocento , collezionista onnivora, che mise insieme anche un’incredibile raccolta di partiture .

In Italia una ricerca originale è da poco nata e ci racconta la vita delle donne durante il Ventennio e la loro grande passione, il cinema.

Attraverso l’ esplorazione degli archivi , l’ esame di migliaia di epherma, come i biglietti del cinematografo , le pubblicità dei rotocalchi, le lettere alla piccola posta dei giornali.

Le influencer dell’ epoca si chiamavano Jean Harlow , l’ attrice che lanciò il biondo platino e Greta Garbo con il suo taglio ” alla paggio” che fu riproposto dagli acconciatori per un decennio.

Le attrici nostrane come Alida Valli erano oggetto di vero culto , consumato nel buio delle sale per ragazze di ogni ceto sociale ; sotto un regime che aveva proibito la diffusione dei magazine, il cinema restava l’ unica forma di informazione , con le sue protagoniste da imitare.

Mentre il fascismo cercava di lanciare il cinema autarchico, le spettatrici erano sempre più orientate verso lo starsystem hollywoodiano.

Era nato il divismo e i rotocalchi si riempivano di belle facce lanciate dai film…finalmente in sonoro.

Francesca Valleri