PLENILUNIO AL PERIGEO

” Eravamo un popolo senza leggi ma eravamo in ottimi rapporti con il Grande Spirito.

Ci giudicavate selvaggi .

Non capivate le nostre preghiere né cercavate di capirle.

Quando cantiamo le nostri lodi al sole, alla luna e al vento ci trattate come idolatri, senza capire che ci avete condannati come anime perse solo perché la nostra religione é diversa dalla vostra.” ( Capo indiano del XIX secolo).

Per gli indiani la natura è la vita stessa e per questo è sacra; il rapporto con le forze naturali si fonda su un legame profondo , inscindibile, totale.

La tribù pellerossa era impostata secondo un ordine tradizionale: un capo, delle regole non scritte ma osservate o fatte osservare, un’ idea religiosa sulla quale veniva ritmata la vita sociale , comprendente anche una naturale, necessaria ecologia.

E’ altrettanto chiaro che le spiegazioni dei fenomeni naturali, compresi anche quelli astronomici si confondono con la religione e la mitologia.

Lo stretto rapporto di questo popolo con la natura lo si può evincere nel loro calendario dove ogni tre anni viene aggiunta una luna, cosicché , in base ai cicli lunari lo stesso datario viene suddiviso in tredici lune della durata di ventotto giorni.

E proprio una leggenda dei nativi americani ci racconta la nascita della luna piena.

In una tarda sera estiva un lupo sedeva sulla cima di un monte.

I suoi ululati erano così strazianti, ripetuti e disperati da infastidire la signora della notte, la luna, che gli chiese il motivo di quel comportamento e di quella palpabile disperazione.

L’ animale aveva smarrito un cucciolo.

La regina d’ argento si offrì di aiutarlo illuminando l’ intera montagna affinchè il lupacchiotto fosse in grado di ritrovare la strada di casa .

Si incendiò di una luce e di un bagliore così forte da trasformarsi in un disco luminoso gigante e perfettamente tondo.

In quel preciso istante il lupo ritrovò il suo cucciolo, spaventato e tremante sul ciglio di un precipizio.

Le fate dei boschi, commosse , decisero di fare un regalo; una volta al mese avrebbero permesso alla luna di trasformarsi in un globo di luce luminoso visibile a tutti, in modo tale che ogni cucciolo nel mondo la potesse ammirare.

E questo mese di maggio , la volta celeste ci regala la luna più super dell’ anno; la Superluna Rosa il cui nome non deriva dal colore ma da un fiore, il ” Phlox Subulata” chiamato così dai nativi americani a causa del suo muschio rosa, molto simile alle ortensie, che fiorisce in questa stagione.

Il termine Superluna non è scientifico e a dire il vero è poco amato dagli astrofili che preferiscono parlare di ” Plenilunio al Perigeo” definendo così il fenomeno che si manifesta quando la luna è nella posizione di massima vicinanza alla terra, ovvero il Perigeo.

Alcune credenze inerenti alla luna sono però da sfatare.

Non è gialla ,è il colore riflesso dal sole ma grigio topo.

Non è più grande quando sorge, nel film ” Apollo 13″ Tom Hanks misura il satellite con il pollice: se facciamo lo stesso in diversi momenti vedremo che le dimensioni sono le stesse.

E’ più bassa di come la vediamo.

Dunque, poichè il fenomeno della superluna è visibile in tutto il mondo, la sera del 26 maggio, tutti sui balconi con il naso all’ insù!

Francesca Valleri