UN BLOCCO DI MARMO CHE NESSUNO VOLEVA

Il David di Michelangelo è un capolavoro indiscusso dell’arte, Firenze ne possiede tre ma solo uno è quello originale, il David custodito dalla Galleria Dell’Accademia, gli altri, copie, uno dislocato in Piazza Della Signoria, l’altro a Piazzale Michelangelo.

Ha avuto degli incidenti nel corso degli anni.

Il più brutto quello risalente all’aprile del 1527 (la rivolta dei Ciompi), quando in città, mentre una folla di rivoltosi lanciava mobili ai soldati fuori da Palazzo Vecchio, una sedia colpì il braccio sinistro e lo spezzò in tre punti; niente gesso per lui, ma tre chiodi di rame!

L’ultimo risale al 1991, quando un folle distrusse un dito del piede sinistro con un martello.

Da un blocco di marmo che nessuno voleva, abbandonato per anni nel cortile dell’opera del Duomo, inizia la genesi del David.

Michelangelo riceve il blocco marmoreo nel 1501 e appena tre anni dopo, contro ogni previsione, l’opera era terminata.

David rappresenta l’eroe che sconfigge il tiranno, nell’episodio biblico, incarnato da Golia; un eroe gigantesco (più di quattro metri di altezza, sei tonnellate di peso) la cui grandezza “materiale” equivale a quella morale.

Un uomo nudo esclusivamente “vestito“ della propria virtù.

La testa più grande rispetto al corpo, a sottolineare la vera forza; le mani come strumento della ragione, senza le quali non sarebbe stato sconfitto Golia.

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A questa maestosa statua, ammirata da sempre per la sua perfezione fisica, manca un dettaglio, un muscolo sul lato destro della schiena, tra la spina dorsale e la scapola; in realtà non un vero e proprio errore o dimenticanza; Michelangelo ne era consapevole, come emerge da una lettera nella quale scriveva che a causa di un difetto del blocco di marmo il muscolo non poteva essere riprodotto.

L’opera avrebbe dovuto raffigurare un soggetto religioso così come viene descritto nella Bibbia; in realtà in questo blocco di marmo Michelangelo immortala l’esatto momento prima dell’attacco, il preciso stato d’animo attraverso l’andamento della sua posizione, pronto al miraggio, come se stesse per accadere qualcosa e non volesse farsi cogliere impreparato, oltre all’attenzione e alla cura di ogni singolo dettaglio.

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Quello che (quasi) tutti pensano ma nessuno osa chiedere è perché il David abbia il pene piccolo; un motivo esiste e risale agli antichi greci.

Il pene del David, come tutte le altre parti della scultura, sottostà a precise regole e proporzioni, quelle dell’arte classica a cui Michelangelo faceva riferimento. Secondo i gusti dei greci, degli “attributi” grandi o semplicemente normali non erano ritenuti eleganti, anzi rappresentavano qualcosa di negativo, tant’è che gli schiavi, i mostri, gli stranieri con il corpo di uomo, venivano rappresentati con peni enormi in segno di grande disprezzo.

L’opera di Michelangelo è sicuramente una statua magnetica, dal forte significato umano, un eroe e un uomo moderno, che da sempre è simbolo della forza e dell’indipendenza dei fiorentini.

Salotto Itinerante di Incontri
(Francesca Valleri)