IL TONDO

Protagonista delle grande parete centrale è proprio lui, il Tondo Doni (120×120 cm) dall’aurea cornice intarsiata nella quale la pittura si fa quasi un oggetto scultoreo.

Datato intorno al 1503, questo capolavoro di Michelangelo è “ospitato” nella Galleria degli Uffizi, che gli ha dedicato una nuova sala espositiva.

La rivoluzione è accaduta per mano di Eike Schmidt (alla guida della galleria dal 2015), che gli ha donato e creato una collocazione sontuosa e radiosa. Un incrocio di sguardi, un gioco di corrispondenze, un vero e proprio teatro visivo che ospita i “mostri sacri” del Rinascimento.

Racconta il direttore che “la nuova installazione sostituisce all’esibizione statica dei quadri, il principio del dialogo tra le opere e gli spettatori e rappresenta quasi uno scrigno delle meraviglie”.

Il Tondo Doni è un dipinto a tempera grassa su tela conservato nella cornice originale realizzata da Michelangelo in ogni sua parte.

Venne commissionato da Agnolo Doni, un ricco banchiere che richiese specificatamente la realizzazione di un’opera avente per soggetto la Sacra Famiglia in tondo (tema in voga in quegli anni).

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Il motivo della specifica richiesta è tuttora oggetto di incertezza. Alcuni ritengono che sia legato alle nozze dello stesso Doni con Maddalena Strozzi, altri ipotizzano che sia stata realizzata per il battesimo della loro figlia Maria.

Tra le varie opere dell’artista questo è uno dei lavori pittorici più importanti. Ad esso è legato un aneddoto: il Doni, vista l’opera e la richiesta di 70 ducati, si rifiutò di pagare il compenso. Al ché Michelangelo, che già era reduce da straordinari successi che stavano creando il mito, riprese il lavoro dicendogli che lo avrebbe venduto solo per 150 ducati.

Nella costruzione del dipinto la Madonna, contrariamente all’iconografia precedente, non ha il bambinello in primo piano ma si volta per darlo a Giuseppe che è inginocchiato dietro di lei.

Degna di nota è la torsione della figura che trasmette un senso di movimento innovativo che culmina nella testa di Giuseppe.

Proprio per queste considerazioni e l’articolazione dello spazio prospettico, il quadro è da considerarsi un punto di partenza del manierismo. Inoltre il colore luminoso e brillante accompagna ed esalta l’articolazione plastica delle masse rappresentate anche in secondo piano.

L’intera composizione è poi resa più vivace anche dal netto contrasto tra l’andamento orizzontale dello sfondo e quello verticale della famiglia in primo piano. 

Completamente innovativa anche la scelta della prospettiva adottata dal maestro, sceglie di utilizzare un punto di vista abbassato, in modo da rendere monumentali i componenti principali rispetto al resto della composizione.

Il Tondo Doni

Il Tondo Doni racconta la storia della religione cristiana e riprende la concezione neoplatonica.

L’ipotesi più interessante in proposito vedrebbe in questa scena l’arrivo dell’età di Cristo, che elimina quella pagana.

Se tale lettura fosse corretta, il muretto dal quale spunta la figura di San Giovanni rappresenterebbe il confine tra presente e passato.

Infine merita particolare attenzione anche la cornice interamente realizzata dal “Genio di Caprese”, dove dalla decorazione floreale spiccano quattro teste che sono rivolte verso il dipinto e rappresentano Cristo, profeti e sibille e ricordano le porte del Battistero di Firenze del Ghiberti.  

Salotto Itinerante
Salotto Itinerante di Incontri
(Francesca Valleri)