Un po’ paese un po’ castello: Scarzuola

Un po’ castello un po’ paese.

Il fantastico complesso architettonico in Umbria è una multiforme scenografia teatrale di simbolismi, matafore , riferimenti reali e sognati.

Scarzuola la città ideale: qui tutto è un insieme di scale, labirinti nati dal recupero di esperienze visive dei tempi antichi ( Terme di Villa Adriana, la piccola Roma della Villa D’ Este a Tivoli).

La città ideale di Tomaso Buozzi, architetto e personaggio di spicco nel gruppo del Novecento milanese, fondatore della rivista Domus con Giò Ponti; un architetto, un’ artista, un filosofo.

Scarzuola è una costruzione singolare, ad opera di un ” personaggio” singolare, da un nome singolare ” scarza” la pianta acquatica con cui San Francesco si costruì una capanna per soggiornare in quei luoghi dove, narra la leggenda, sgorgò un’ acqua miracolosa e dove poi fu edificato un monastero.

Scarzuola è un insieme eclettico, un complicato intreccio di edifici collegati da zone teatrali che costituiscono elementi fondamentali nella visione buzziana; ” Scarzuola il mio teatro”.

In effetti il complesso è una grande scenografia composta da sette teatri, incastonati l’ un con l’ altro, di varie dimensioni ; rappresenta la metafora dove ognuno di noi, a seconda delle esperienze, dei bisogni, del luogo e del momento interpreta un ruola diverso.

Gli spazi scenici sono legati attraverso un percorso a spirale, un viatico che simboleggia la discesa dello spirito , che liberatosi dai pesi materiali, sale leggero.

Il percorso inizia nel Giardino del convento e dopo aver attraversato un lungo pergolato sfocia sull’ anfiteatro.

Si prosegue verso la Torre del Tempo, raggiungiamo il Tempio della Madre fino alla Bocca della balena di Giona ( metafora morte rinascita) per poi giungere alla Torre della Meditazione e della Solitudine dove campeggia sulla soglia la scritta ” Amor Vincit Omnia”.

Tutti i percorsi sono in realtà un viaggio nel subconscio attraverso il quale Buozzi intende portare l’ uomo ad una maggior consapevolezza di sè; le figure che incrociamo tra gli edifici altro non sono che un diverso aspetto della Psiche.

Francesca Valleri

Una mano tesa versa l’ iniziazione che inizia dai lati bui dell’ anima e si conclude nella luminosità dell’ acropoli.